Dalla vita alla morte

Come prepararsi ad affrontare serenamente il momento del decesso

Peace Times 10

I principi buddisti ci aiutano a comprendere la natura passeggera di tutte le cose e a rimuovere le cause che la rendono un’esperienza negativa e spaventosa

La morte é parte integrante della vita, un processo di naturale mutamento. Dal momento della nascita si innesca una trasformazione che ci porta a diventare adolescenti, adulti, anziani ed infine a lasciare questo corpo. In natura, in maniera lenta o veloce, tutte le cose mutano: le pietre, i fiori, i microrganismi, gli animali e tutti gli esseri viventi. Anche le giornate nascono e muoiono, dall'alba chiara e luminosa passiamo al tramonto fino ad arrivare all'oscurità per poi di nuovo ritrovare la luce di un nuovo giorno.

Comprendere questo momento di passaggio è la sfida dei filosofi, dei ricercatori spirituali, degli scienziati ma anche di ogni uomo. In molte culture si sono formulati metodi per affrontare la morte in maniera serena e pacifica. Secondo gli induisti è un momento di riposo per l'anima prima che riprenda il suo cammino. A Bali il rito di passaggio è celebrato con canti e cortei colorati e gli Aborigeni australiani si preparano a questo momento isolandosi per diversi giorni.

Nella tradizione buddista si è sempre dato particolare importanza al processo della morte, come riflessione fondamentale per cogliere appieno il significato dell'esistenza. Comprendere la morte è utile non solo in quel delicatissimo momento ma anche nella vita quotidiana. Essere malati o stanchi é indice che uno o più elementi interni sovrasta gli altri in modo simile a quello che avviene quando si muore, causando blocchi, impurità, influenze negative e malattie.

Comprendendo l'interazione costruttiva e distruttiva degli elementi diventeremo più consapevoli e impareremo a guardare, ascoltare, toccare e sentire in modo più pacifico e positivo.

Meditatori e yoghi hanno avuto esperienze molto profonde e ci hanno trasmesso queste preziose perle di saggezza, spiegandoci come gli elementi che compongono il nostro corpo alla fine si assorbono, provocando delle reazioni molto forti e delle visioni. La terra viene sopraffatta dall'elemento acqua, l'acqua dal fuoco, il fuoco dall'elemento aria e quest'ultimo si assorbe nello spazio (nel disegno, la lettera tibetana Hum che simboleggia questo processo). . A questo punto siamo clinicamente deceduti, ma in realtà abbiamo ancora un’attività della mente sottile che fa si che sperimentiamo tre visioni; la visione bianca che è in relazione all'energia lunare, la visione rossa che é in relazione all'energia solare e infine la visione nera in relazione con l'eclissi. Dopo questo momento di totale oscurità sorge la chiara luce durante la quale la mente è nella sua manifestazione più sottile essendosi assorbiti tutti i concetti.

Ricreando il processo della morte adesso, noi in realtà faremo morire le malattie, le condizioni negative e i rimpianti. Tutte le esperienze negative di questo processo avvengono perché ora ne stiamo creando le cause.

Con le varie pratiche trasmesse da Lama Gangchen, in particolare il sistema di assorbimento degli elementi nel momento della morte, ci viene data la possibilità di trasformare le esperienze fondamentali della nostra vita in occasioni per andare al di là dei nostri limiti esistenziali, primo fra tutti l'attaccamento per il nostro corpo, che per quanto prezioso è solo una dimora di passaggio.

Il pieno sviluppo delle nostre qualità umane in una vita ricca e costruttiva può solo avvenire sulla base di una profonda presa di coscienza della natura passeggera delle cose.

Gabriella Lo Re

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