Prostrazioni: così si dice addio alle negatività

Il maestro buddista Ghesce Cianciub Ghialtsen
ci insegna i principi per praticare il primo dei «Sette rami»

Peace Times 10

Ghesce Cianciub Ghialtsen, ospite del Kunpen Lama Gangchen di Milano, ha impartito una serie di insegnamenti sulla «Pratica dei Sette Rami».

Il Ghesce, proveniente dal monastero di Ganden Shartze, in India: «Nell’insegnare, come nell’apprendere, è fondamentale la motivazione. Per chi ascolta, la giusta motivazione è quella di chi vuole apprendere al fine di rimuovere la sofferenza di tutti gli esseri viventi. Per chi insegna, la giusta motivazione é quella di chi vuole insegnare per il beneficio di tutti gli esseri, non solo quelli fisicamente presenti alla lezione ma anche per quelli invisibili, che non si percepiscono direttamente».

La «Pratica dei Sette Rami» si riferisce ai seguenti argomenti: prostrazioni, offerte, confessione, generazione della gioia, aspirazione di continuare nel sentiero spirituale, richiesta agli esseri illuminati di non entrare nel Paranirvana, dedica. Queste sette pratiche preliminari hanno lo scopo di accumulare energia positiva e rimuovere le impurità.

Riguardo al primo ramo rappresentato dalle prostrazioni, Ghesce Cianciub spiega: «Quando si fanno le prostrazioni bisogna immaginare di avere di fronte a sè tutti gli esseri illuminati, vale a dire tutti quegli esseri che hanno grandi qualità: in particolare, il lama va visto come divinità tutelare, come Protettore. Viene visualizzato così l’intero Campo dei Meriti. Chi non ha conoscenze specifiche può visualizzare un essere illuminato a suo piacere o in ogni caso un’immagine di pace.

«Inizialmente si mettono le mani giunte con i pollici rivolti verso l’interno: si avvicinano alla sommità del capo, alla fronte, alla gola e al cuore. Uno dei modi per fare le prostrazioni è quello di sdraiarsi completamente a terra. Un altro è quello di appoggiare al suolo semplicemente cinque punti: il capo, le mani, le ginocchia. Non c’è sostanziale differenza tra i due metodi: se però non si hanno problemi di spazio si possono fare le prostrazioni allungate, anche se sono un po’ più faticose. Quando non si ha molto tempo a disposizione, basta fare anche solo tre prostrazioni al mattino e tre alla sera per riscontrarne benefìcio. E’ utile mantenere una certa continuità. In alcuni luoghi di pellegrinaggio, come ad esempio Bodhgaya, in India, molte persone si ritrovano, specialmente in dicembre e gennaio, per fare prostrazioni otto ore al giorno.

«Prostrandoci di fronte agli esseri illuminati dobbiamo immaginare di ricevere le benedizioni che purificano tutte le negatività e quelle ispiratrici che sviluppano le nostre qualità interiori. Quando si hanno problemi fisici, si puo’ immaginare che raggi di luce provenienti dagli esseri illuminati raggiungano la parte malata e rimuovano la malattia».

Giuseppe Tommasi - Carmen Robustelli

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