Finanza etica, una scommessa già vinta

Da 26 anni la South Shore Bank di Chicago fa credito ai più poveri
e combatte il degrado sociale

Peace Times 11

Nel 1973, quattro cittadini di Chicago (Usa), che lavoravano in campo finanziario, decisero di prendersi cura di alcuni quartieri della loro città, ormai prossimi al totale degrado, reso ancora più grave dal fatto che le persone più dotate cominciavano ad andar via, impoverendo la zona anche umanamente. «Occorrono investimenti: bisogna aiutare la gente ad avviare piccole imprese commerciali, a ristrutturare il proprio appartamento, ad ammodernare il negozio... Serve una banca!», conclusero i quattro amici. E, dopo aver raccolto il capitale necessario (3 milioni di dollari - 5,4 miliardi di lire - offerti da associazioni laiche e religiose), comprarono una piccola banca di quartiere, dando vita così alla South Shore Bank, nell'omonima zona di Chicago, la prima banca etica del mondo.

I neo-banchieri dovettero affrontare lo scherno della comunità finanziaria, che riteneva la loro inizitiva - far credito ai poveri! - sconsiderata. Ma, ben presto la storia dà loro ragione: grazie a una gran quantità di micro-prestiti, aiutano gli abitanti a cambiare il volto della «inner city», la zona forse più misera della città. Con il credito erogato, vengono ristrutturati 250 isolati, con beneficio per quasi 80mila persone.

La South Shore Bank si espande così per tutti gli States, stanziando - sin ora - più di 650 milioni di dollari (circa 1.170 miliardi di lire) nelle aree economicamente deprese del Paese. Anni di successo, ma soprattutto di esperienza: che la banca di Chicago mette a disposizione di tutti, organizzando corsi di formazione sulla finanza etica, per aiutare i dirigenti delle altre banche etiche mondiali (compresa la bengalese Grameen Bank, di cui si è occupato il n. 6 del Peace Times) in una corretta amministrazione.

Vengono da tutto il mondo, i nuovi banchieri, a imparare la regola d'oro della South Shore Bank: «La finanza etica può combattere la povertà di un quartiere degradato a patto che non sia completamente morto. Se ci sono associazioni di cittadini che hanno a cuore il quartiere, questo è un buon segno: indica che qualcun altro, oltre alla banca, è pronto ad accettare la scommessa». Ed è per questo che, quando la South Shore Bank decide di accettare un investimento, lo fa perché ha valutato il tessuto sociale dell'area da risanare e sa di poter contare su organizzazioni non-profit locali, in grado di coinvolgere positivamente le energie della zona.

Questa forma etica di credito gestisce, nei soli Usa, circa 3 miliardi di dollari: nulla, in confronto ai 500 miliardi della finanza «vera». Ma rappresenta tantissimo per milioni di poveri: che si vedono restituita, insieme con la fiducia, anche la dignità umana.

Roberta Passerini

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