La pace, finalmente

Riflessione sulla sofferta fine della guerra in Kosovo:
chi realmente ha vinto e chi ha perso?

Peace Times 12

Lama Gangchen con Kofi Annan alle Nazioni Unite di New York nel novembre 1998

Gli attacchi armati lasciano tutti sconfitti.
Diciamo basta
agli investimenti energetici e finanziari violenti

Finalmente sembra essersi aperto uno spiraglio per la pace in Kosovo e nei Balcani. Grazie al desiderio profondo, all’impegno attivo e alle preghiere di tutti noi. È dunque il momento ideale per riflettere su chi ha perso e su chi ha vinto. La risposta non può essere che piuttosto drammatica: hanno perso tutti, abbiamo perso tutti. Anche chi sembra aver vinto, in realtà è sconfitto. Già, perchè una guerra lascia dietro di sè solo morti, disperazione e distruzione. Litigando, tanto più se con l’uso delle armi, si perde sempre e comunque. Perchè alla fine non resta proprio niente per nessuno, se non la faticosa ricostruzione di ogni cosa e di ogni rapporto.

La pace non dipende solo dal volere dei governi, non è solo un problema di politica internazionale. E’ un principio di educazione globale. Dipende da ciascuno di noi, letteralmente. Chissà perchè non facciamo altro che investire le nostre risorse energetiche per sferrare attacchi ora in quel Paese, ora in quell’altro. E anche con le nostre riserve finanziarie non ci comportiamo con saggezza e lungimiranza: ogni volta scegliamo di investirle nei settori più violenti della produzione e del commercio, ma così facendo cerchiamo la sicurezza e la felicità nella direzione sbagliata e otteniamo solo di creare un circolo vizioso infinito di sofferenza e paura di cui noi stessi saremo prima o poi vittime. Bell’esempio che diamo ai più giovani. E incredibili sono gli effetti che il nostro fare alla guerra ha sull’ambiente: sempre più inquinato dai veleni, sempre più invaso dalle mine anti-uomo, sempre più votato all’intolleranza, all’egoismo, all’odio.

Fino ad oggi non abbiamo fatto altro che dare battaglia, a parole e sul campo. Ma adesso sforziamoci di pensare solo alla pace e a un mondo migliore per tutti. La pace deve essere il nostro obiettivo comune. Auto-responsabilizziamoci per contribuire a generare un sistema di educaziione alla pace valido per tutti e per tutto il mondo. Se riscoprissimo la nostra originaria indole amorevole e compassionevole, tutti i problemi troverebbero automaticamente una soluzione e il mondo intero ne trarrebbe beneficio. I diritti umani dimorano eslusivamente nella casa della pace. Preoccupandoci della pace interiore, possiamo concretamente collaborare alla costruzione della pace nel mondo.

Pace interiore, pace nel mondo, ora e sempre; con l’attenzione di tutti gli esseri umani e con le benedizioni di tutti gli esseri santi.

T.Y.S. Lama Gangchen

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