Il motore della vita

Prendiamoci cura dell’elemento acqua aiutiamo milioni di persone

Peace Times 15

di T.Y.S. Gangchen

E’ più preziosa dell’oro. E anche del petrolio. L’acqua. E’ l’elemento senza il quale la vita risulta assoluamente impossibile. Non è una novità, certo. Ma adesso è una notizia di scottante attualità. Perché in un incontro delle Nazioni Uniti, a L’Aja, lo scorso marzo, scienziati e politici hanno sottolineato, tutti uniti, che il mondo lascia senza acqua milioni e milioni di persone. Anche laddove, per esempio in Africa, madre natura, nella profondità della terra, sarebbe generosa di risorse idriche. Quel che manca, se ne deduce, non è l’acqua, ma la volontà di investire denaro per renderla disponibile a tutti. E così nei paesi del terzo mondo sono troppi quelli che non hanno acqua potabile da bere e che nella propria dimora non hanno nessuna possibilità di usufrire di scarichi igienici con acqua corrente. Nei paesi occidentali non va meglio: in democrazia quest’elemento così indispensabile alla vita e così disponibile in natura è stato fatto oggetto di monopolio dai governi e adesso si appresta in certi paesi ad essere gestito finanziariamente da compagnie private.

L’acqua assume il ruolo di «oro del terzo millennio»:  il suo utilizzo traccia una netta separazione tra poveri e ricchi, tra evoluti e arretrati, tra puliti e sporchi... In occidente, con docce e bevute, con lavastoviglie e lavatrici, con scarichi igenici e giardini da inaffiare, ci permettiamo di consumare a testa 300 litri d’acqua al giorno. Ma in paesi poveri, come per esempio il Tibet, proprio in questo momento ci sono migliaia di uomini, donne, vecchi e bambini che sono costretti a percorrere kilometri e kilometri per portare a casa una piccolissima quantità d’acqua. Acqua che viene attinta da pozzi dalle condizioni igieniche dubbie e quindi contribuisce a diffondere malattie e infezioni. Acqua che è così preziosa da non poter essere utilizzata per lavarsi, per piulire abiti e ambienti e neppure per irrigare i campi.

Nel Dharma, la tradizione spirituale che discende dagli insegnamenti impartiti 2500 anni fa da Buddha Shakyamuni, si dà grande importanza all’elemento acqua. Pensando al fatto che il corpo umano è composto per la maggior parte (ovvero per il 75 per cento) di acqua e che anche il pianeta  ospita l’acqua più che la terra (sotto forma di laghi, mari, oceani, fiumi, geyser), da secoli si tramandano insegnamenti per rispettare, purificare, fortificare un  elemento così importante per la vita.

Si può imparare a meditare sulla lettera Bam, che rappresenta appunto l’elemento  acqua, sia a livello del macrocosmo che a livello del microcosmo, e invocare Lochana, la Grande Madre dell’Acqua, una divinità femminile di colore bianco, e il suo mandala sferico, affinchè ci aiuti a guarire e a trasformare l’elemento acqua impuro del nostro ambiente interiore ed esterno. Meditando, diventiamo più consapevoli e impariamo a utilizzare meglio le risorse idriche affinchè tutti gli esseri viventi possano bere acqua pura e gli animali siano liberi dal pericolo dell’estinzione.

Nella medicina tibetana,l’elemento acqua corrisponde al chakra del cuore, ai reni, alla vescica, alle orecchie e al senso dell’udito. E’ l’elemento acqua ad essere responsabile della circolazione dei liquidi nel corpo (sangue, linfa...). Pregando la Grande Madre dell’Acqua si pacificano le malattie collegate agli squilibri dell’umore flemma, come per esempio le malattie del sistema immunitario, le allergie e i disturbi di natura fredda. Ed anche i problemi astrologici derivanti dagli influssi di Marte e Mercurio. A livello ambientale, l’invocazione della Grande Madre dell’Acqua placa i monsoni, le piogge acide, le alluvioni, le innondazioni e l’aumento eccessivo del livello del mare.

Oltre che meditare per purificare l’elemento acqua presente nel corpo e nell’ambiente, possiamo, anzi dobbiamo, impegnarci a fare qualcosa a livello concreto, materiale. Sempre in sintonia con gli insegnamenti del Buddha, il Risvegliato. Ma anche con quelli di Gesù Cristo:  «Dare da bere agli assettati». Ecco perchè l’impegno di portare l’acqua in un posto povero e dimenticato del mondo, come l’area del Tibet dove sono nato, vicino a Shigatse, diventa qualche cosa da perseguire con tutte le forze e di cui andare fieri.

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