Terzo millennio, proposte di pace

Terapisti, educatori, ministri, ambasciatori a congresso in Nepal
«Educazione e medicina da reinventare sulla base della non violenza»

Peace Times 15

da sinistra, P.R. Trivedi, Cristina Arismendy, Lama Gangchen,
S.N. Prasad

di Isthar D.- Adler

Il IV Congresso Internazionale di Medicina Alternativa ed Educazione Non Formale, organizzato dalla Lama Gangchen World Peace Foundation dall’11 al 13 febbraio 2000, all’Himalayan Healing Centre in Nepal, si è svolto sul tema: «Come creare una migliore condizione di vita nel Terzo millennio».

Educazione alla pace e pace con l’ambiente attraverso la non violenza, a sostegno dell’Unesco e delle Nazioni Unite, nell’Anno Internazionale della Cultura di pace sono gli argomenti che sono stati introdotti durante la cena ufficiale che ha inaugurato il Congresso. Ed è stata anche l’occasione per il ministro nepalese dell’Educazione Keshar Jung Raimaji (nonché Presidente del Royal Council Standing Committee) di tenere a battesimo la neonata Federazione nazionale buddista del Nepal. Sono intervenuti 165 invitati: ministri, ambasciatori, rappresentanti delle Nazioni Unite, professori e medici. E anche l’ispettore generale e ambasciatore delle Nazioni Unite Achyut Krishna Kharel.

La sessione dedicata alla medicina, cui hanno partecipato circa 300 persone da quindici Paesi, è stata uffialmente aperta, con l’accensione della tradizionale lampada di buon auspicio, dal ministro nepalese dell’Informazione e Comunicazione, Govinda Bahadur Shah. Egli ha commentato il lavoro svolto dalla LGWPF come qualcosa che «rende un grande servizio allo sviluppo dell’umanita e della pace nel mondo». La Conferenza si è focalizzata sulla promozione dei metodi di guarigione himalayani e sullo scambio d’informazioni fra le culture mediche orientali e occidentali, allo scopo di diffondere l’incredibile conoscenza delle medicine naturali e rinnovare gli sforzi globali verso una cultura di pace e verso un più sostenibile e sano ambiente interno ed esterno. «Apprezzo davvero il lavoro fatto dall’Himalayan Healing Centre, al servizio della gente con medicine officinali», ha detto Govinda Bahadur Shah.

L’ex ambasciatore delle Nazioni Unite Jaya Raj gli ha fatto eco, sostendendo che le persone devono cambiare le loro abitudini per superare la violenza: «Tendiamo a pensare che l’universo dipenda da noi: invece, siamo noi che dipendiamo da esso».

Domenica, giornata dedicata all’Educazione non formale, la conferenza è stata ufficialmente aperta da Keshar Jung Raimaji, che ha detto: «La gente nepalese è povera e ignorante. Dobbiamo promuovere un sistema educativo per rimuovere l’ignoranza. In questo momento c’è grande bisogno di dare educazione, sia formale che non formale».

Un gruppo di ragazzini della scuola Samling Montessori è arrivato alla conferenza cantando  canzoni tradizionali: ognuno di loro ha ricevuto un libro dal dr. Raimaji, e un bacio affettuoso, con le parole: «I ragazzini appartengono sia alle madri che alla Nazione, perciò dobbiamo amarli».

Ratna Kamal Vaidya, membro del Consiglio di stato nepalese, ha espresso così il suo ringraziamento per gli sforzi dell’Healing Centre: «Mi piacciono i programmi che lavorano davvero per la gente. E so che piacciono a tutta Kathmandu».

Charles Mercieca, Presidente dell’International Association of Educators for World Peace nonché professore di filosofia e storia all’Università dell’Alabama, ha illuminato la platea sui diversi aspetti della cultura della pace, esaltando l’importanza di scoprire come la cultura possa interagire con la pace e che cosa sia la pace. Ha enfatizzato: «La pace si trova nel cuore di ogni essere umano. E’ qualcosa che è connesso agli aspetti spirituali dell’individuo e non alla sfera fisica. I governi possono diventare strumenti di pace quando cominceranno a vedere l’intera umanità come una famiglia globale. L’educazione è il migliore e più efficace strumento per promuovere e sviluppare la cultura di pace».

Il congresso, patrocinato dal Nepal Institute per le Nazioni Unite e Unesco e dal locale Lyon’s Clubs del distretto internazionale 325, ha ricevuto numerosi messaggi d’augurio da ambasciatori e organizzazioni internazionali, e anche da Krishna Prasad Bhattarai, Primo ministro del Nepal: «Grazie per il sostegno allo sviluppo di un sistema educativo e medico che davvero può aiutare le nuove generazioni a risolvere le urgenze di questo mondo». Ram Krishna Tamrakar, ministro del Commercio, gli ha fatto eco: «Questa conferenza può veramente svolgere un ruolo importante per arricchire la conoscenza, la fratellanza e la consapevolezza della gente».

In conclusione dei lavori, la Cerimonia delle Bandiere dei Paesi membri delle Nazioni Unite per la pace nel mondo e la presentazione della proposta d’istituire un Forum Spirituale Permanente all’Onu per la pace nel mondo, dove tutte le religioni possano avere un riconoscimento ufficiale e diventare una forza importante per la cultura della pace.

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