Al servizio dell’umanità

Corea: dal congresso delle Ong, proposte per il XXI secolo

Peace Times 13

by Isthar D.-Adler

Sotto lo slogan «Inspira, rafforzati, agisci», centinaia di organizzazioni e migliaia di cittadini del mondo si sono riuniti a Seoul in Korea, dal 10 al 15 ottobre, per discutere il ruolo delle ONG nel XXI secolo. L’incontro è stato organizzato dalla Conferenza di ONG in rapporto consultativo con le Nazioni Unite, dal Comitato esecutivo delle ONG associato con il Dipartimento di Pubblica Informazione Onu, dalla società di Cooperazione Globale e dall’Università Internazionale Kiung Hee. Gli scopi di questo storico incontro sono stati quelli di valutare gli impegni presi dai governi durante la conferenza mondiale delle Nazioni Unite degli anni ‘90; di creare una visione comune per il XXI secolo e organizzare l’esperienza e l’energia collettiva per far diventare tale visione una realtà; promuovere un dialogo politico con le Nazioni Unite e le agenzie governative, arricchendo le opportunità di collaborazione e comunicazione tra diversi gruppi di ONG; costruire reti per un maggiore e più efficace sfruttamento delle attività delle ONG a sostegno delle raccomandazioni emerse dalla conferenza.

Seguita da circa 7000 partecipanti, la conferenza ha chiuso i suoi cinque giorni di lavori nel Parco Olimpico di Seoul con la presentazione della «Dichiarazione ONG di Seoul per il millennio», un impegno a lavorare insieme verso la creazione di un mondo che sia più centrato sull’uomo e sia genuinamente democratico, stabilendo ulterioremente: «La nostra visione è quella di un mondo dove le forze motrici di tutte le società siano giustizia, uguaglianza, dignità e rispetto per le diversità e per i diritti degli uomini appartenenti a tutte le razze». La conferenza si è chiusa con i discorsi celebrativi degli organizzatori, tra i quali Choue Young - Seek, Elaine Valdov e Afaf Mahfouz che ha detto: «Non possiamo sottolinerare abbastanza l’importanza del ruolo che le ONG svolgono nella creazione di un mondo di pace, ed è per questo che riunirci è così importante, poichè  in questo modo possiamo condividere le nostre esperienze e le nostre motivazioni». Il Presidente del Venezuela Hugo Chavez ha poi parlato del ruolo delle ONG nel movimento per la democrazia mondiale, e la First Lady della Corea, presidente onorario della conferenza, ha detto: «Mediante questa conferenza siamo stati in grado di stabilire che il prossimo secolo sarà sicuramente un’era di ONG, nessuna soluzione fondamentale riguardante qualunque problema dell’uomo sarà possibile senza la partecipazione delle ONG». In conclusione, Mairead Maguire, Premio Nobel per la Pace, ha promosso il Decennio Internazionale della Pace e della Non Violenza per i Bambini del Mondo.

Duecento workshop si sono tenuti durante il congresso. Ringraziando la Repubblica di Corea e gli organizzatori della conferenza internazionale ONG di Seoul del 1999, le cui motivazioni umanitarie a favore dello sviluppo del lavoro delle ONG in tutto il mondo sono fondamentali, T.Y.S. Lama Gangchen ha aperto il seminario invitando tutti i presenti a contribuire con una preghiera secondo la propria tradizione spirituale (Coreana, Teravada, Mahayana, Cattolica, Cristiana, Induista, Islamica e Giudea) per la pace nel mondo. Con l’augurio per tutte le organizzazioni spirituali religiose e le istituzioni che lavorano allo scopo di sviluppare una cultura di pace, T.Y.S. Lama Gangchen, illustrando la proposta di istituire un Forum Spirituale Permanente alle Nazioni Unite, ha parlato dell’importanza di rompere il «soffitto di vetro» che ha isolato i leader religiosi e spirituali impedendo loro di contribuire attivamente al lavoro delle Nazioni Unite nel loro intento di portare pace nel mondo. Il Forum Spirituale, ha continuato, dovrebbe dare una voce a tutte le comunità religiose e spirituali a livello internazionale e riconoscere la dimensione spirituale sarebbe di grande arricchimento per le Nazioni Unite.

Dal momento in cui vide la luce nel giugno del 1995 presso l’ECLAC, a Santiago del Cile, la proposta è stata sostenuta e si è sviluppata a tutti i livelli in vari paesi del mondo. Ben 10.000 copie del documento, unito al rapporto illustrato dei suoi cinque anni di storia, sono state distribuite in tutto il mondo.

Sua Eminenza Shah Sufi M.N. Alam, fondatore e presidente della Assemblea Mondiale Spirituale degli Stati Uniti, offrendo il totale supporto della sua organizzazione, ha detto che è tempo di discutere l’argomento e ha inserito il progetto nella propria agenda di impegni. Alam, a servizio della causa dell’umanità emarginata, si prende cura di più di cento istituzioni educative (scuole, collegi, centri di addestramento vocazionale) di cui 15 orfanotrofi in Bangladesh, che ospitano diverse centinaia di bambini. La sua organizzazione, la Dayemi Complex Bangladesh, è stata designata Ente Messaggero di Pace alle Nazioni Unite, dal Segretario Generale dell’ONU. Alla conclusione del seminario è stato deciso, tra l’altro, di formare un Comitato Consultivo Internazionale per la creazione del Forum Spirituale alle Nazioni Unite per la Pace nel Mondo a New York e  Sua Eminenza M.N. Alam è stato proposto come presidente.

Maureen Chen, dell’organizzazione Brahama Kumari di Hong Kong, ha sottolineato il bisogno di soluzioni più sacre per affrontare i problemi e le tragedie del mondo odierno e trovare il coraggio di perdonare: «un simile Forum Spirituale legittimerebbe la spiritualità soddisfacendo così il bisogno di lavorare con una coscienza più profonda».

Le ha fatto eco Boaz Fyler dell’Istituto Internazionale delle Scienze Umane Integrate di Israele che ha detto: «Il comportamento sacro è solo una forma più alta di sviluppo umano, ed è pertanto alla nostra portata». Arricchita dalla distinta presenza del venerabile Kim Sang Beak, presidente della Federazione Buddista Giovalile Coreana, la discussione ha sottolineato l’importanza di condurre la gioventù alla comprensione dell’importanza di questi concetti.  T.Y.S. Lama Gangchen, rispondendo alla domanda di un giovane partecipante, ha parlato del valore della pace interiore come base primaria per la pace mondiale, un messaggio che si può trovare in tutte le religioni e le tradizioni spirituali, sicuramente il «miglior investimento» per le future generazioni.

Monica Sharma dell’UNICEF nepalese ha detto che «davvero la pace interiore è il linguaggio comune che rinforza il nostro bisogno di guardare più da vicino i significati più profondi».

T.Y.S. Lama Gangchen ha invitato tutti i leader religiosi e spirituali, tutti gli individui che ricordano la propria natura spirituale e tutte le persone interessate a partecipare ad un Forum Spirituale dedicato alla costruzione della cultura della pace per il XXI secolo, sostenendo che tutti gli sforzi che unificano diversi modi di pensare e coinvolgono le diverse prospettive spirituali nelle decisioni di portata mondiale finiscono per influenzare positivamente la vita di tutti.

Il messaggio è chiaro: la natura già ci dice che dobbiamo raggiungere un equilibrio per salvaguardare la vita su questo pianeta. La prospettiva spirituale deve ottenere il riconoscimento ufficiale delle Nazioni Unite per poter contribuire a una nuova cultura di pace. E’ auspicabile che, al più presto, si stabilisca un Forum Spirituale Permanente di individui volenterosi che vadano alle Nazioni Unite in servizio altruistico per l’umanità. E’ un invito aperto al dialogo e alla comprensione che lo «spirito» permea tutte le idee e tutte le soluzioni.

 

50mila mini-artisti

 

Cinquantamila bambini, di età compresa tra i cinque e i diciotto anni, hanno spedito i loro disegni al concorso, nel segno della pace nel mondo, organizzato dal cancelliere coreano dell'International Association of Educators for World Peace, Lee Jon Young, che è editore del giornale «Un News», a sostegno della missone di pace delle Nazioni Unite.

I disegni pervenuti saranno esposti a Seoul. E lì, circa duecento bambini riceveranno, direttamente dalle mani di Charles Mercieca, presidente dell'Iaewp, un certificato di partecipazione con uno speciale messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan.

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