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In Tibet, vicino a Shigatse, proseguono i lavori per la costruzione del monastero |
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La cerimonia d’avvio dei lavori del monastero di Gangchen, davanti alle rovine dell’antico edificio
L’interramento
degli alberi
Il
cantiere e un particolare del I bambini del villaggio sponsorizzati dalla Help in Action
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Cento abitanti del villaggio impegnati nel cantiere del nuovo edificio. Due mesi dopo la posa della prima pietra, è già stato completato il primo dei quattro piani. Un massiccio intervento di rimboschimento. Programmata anche la realizzazione di una scuola e di un dispensario Sono trascorsi appena due mesi dalla posa della prima pietra per il nuovo monastero di Gangchen (trenta chilometri da Shigatse, a ovest di Lhasa, nel Tibet Centrale) e già è stato completato il primo dei quattro piani previsti. L’inizio dei lavori del «Progetto Gangchen» (che, oltre nella costruzione del monastero, si concretizzerà nella realizzazione di una scuola e di un dispensario medico) ha determinato un’incredibile eccitazione nel villaggio: quella cittadina-fantasma, che sorge in un’area tra le più povere e aride del Tibet, è tornata come per miracolo a vivere. La squadra di ingegneri, muratori e falegnami arrivata da Shigatse viene quotidianamente aiutata da un centinaio di abitanti del villaggio desiderosi di collaborare alla relizzazione del progetto di costruzione voluto da Lama Gangchen e felici per aver trovato finalmente un’occupazione. Sono stati loro a piantare tutt’attorno diverse centinaia di alberi da frutto, fatti arrivare fin lì dalla valle dello Yarlun. E ora sono impegnatissimi a trovare una soluzione al problema dell’irrigazione. L’entusiasmo e gli sforzi degli abitanti del villaggio testimoniano la speranza di tutti che il «Progetto Gangchen» possa riuscire nell’intento di preservare gli antichi e preziosi insegnamenti del buddismo e la cultura tibetana e al contempo offrire alla comunità strutture adatte a soddisfare le necessità sociali primarie, quali la cura della salute e l’educazione scolastica. Sharon Dawson
Così si sostiene il progetto della LGWPF
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