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Il Watsu, ovvero lo shatsu in acqua |
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Obiettivo: scoprire la naturalezza e i benefici psico-fisici del contatto, ritrovare la strada per soddisfare l’innato bisogno di toccare e di toccarsi senza implicazioni sessuali, usando la stessa energia che usa la mamma con i figli. Il «come» lo suggerisce il californiano Harold Dull. Esperto di un’antica tecnica orientale di massaggio, lo shatsu, nel 1980 decise di unirlo alle tradizioni curative dei Pellerossa, profondi conoscitori dei benefici delle acque termali, per amplificarne gli effetti. Nacque così il watsu, neologismo che unisce le parole water e shiatsu, ovvero acqua e shiatsu. Il massaggio si pratica in coppia, in piscine riscaldate, alternandosi nei ruoli di massaggiatore e di massaggiato. L’intervento sui punti energetici permette di ottenere un profondo rilassamento fisico e mentale. Ottimi risultati sono stati ottenuti utilizzando il watsu come fisioterapia, supporto a portatori di handicap, strumento di meditazione, per partorire... |
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