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Dal Bangladesh,
la straordinaria esperienza di Muhammad Yunes e |
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di Roberta Passerini Il microcredito permette ai poveri e agli scalzi di accedere a un’opportunità che di solito è esclusivo appannaggio dei ricchi. Accade così che quegli aspetti della società che sembravano fissi, rigidi e inamovibili comincino a diventare più fluidi, e attraverso lo sviluppo le persone si affranchino da tutto un insieme di ingiunzioni e regole. E’ questo il pensiero del banchiere dei Poveri, Muhammad Yunus. Nato e cresciuto nel Bangladesh, dopo aver completato gli studi negli Usa torna in patria per insegnare Economia all’Università di Chittagong. Nel 1977 fonda la Grameen Bank, un istituto di credito indipendente che pratica il microcredito. La sua banca, infatti, presta denaro solo ai poveri tra i più poveri, a coloro che non hanno nessuna garanzia da offrire e quindi sono respinti dai banchieri «normali». Grazie alla sua politica, centinaia di migliaia di persone (ovvero ben il dieci per cento dell’intera popolazione del Bangladesh), in maggioranza donne, si sono potute affrancare dall’usura e hanno gradualmente allargato la loro base economica, risalendo la china della dignità umana. Mediamente, il 95 per cento dei debitori puntualmente restitutisce tutto, entro sei mesi o un anno. Con gli interessi, ovviamenti, che pur risultando nettamente inferiori a quelli abitualmente praticati dalle banche commerciali, variano a seconda degli introiti necessari alle filiari della Grameen per essere autosfficienti nei rispettivi paesi dove agiscono, o per diventarlo entro quattro anni dall’apertura. Perchè è proprio questo il credo del professore: l’autosufficienza. «Credoche la povertà possa essere realmente sradicata solamente se e quando la gente diventi capace di prendere il proprio destino nelle proprie mani. La carità - dice Yunus - non serve. Anzi: mortificando lo spirito d’iniziativa, finisce al contrario per perpetuare la poverà». Coerente, la Grameen rivolge ai suoi singolari clienti l’esortazione di risparmiare, almeno un minimo, sui futuri guadagni: con una cifra pari a 3 dollari (meno di seimila lire) potranno comperare un’azione della banca stessa, e tanto meglio se i soldi saranno di più. «Negli anni Settanta - racconta il professoreMuhammad Yunus - dirigevo il dipartimento degli studi di economia dell’Università di Chittagong e quotidianamente mi scontravo con la miseria dell’area intorno. Cominciai a dubitare delle raffinate teorie che insegnavo ai miei studenti in università. Mi resi conto che la ragione di fondo della miseria era la mancanza del minimo di denaro indispensabile per poter cominciare a lavorare». E prosegue: E così, a un certo punto, mi ritrovai a scrivere una lista di quarantadue persone che, per cominciare a vivere in un modo decente, avrebbero avuto bisogno, in totale, di un importo equivalente a soli 27 dollari». Il resto è già nella storia economica e sociale. L’esperienza della Grameen Bank ha fatto infatti scuola in tutto il mondo: oltre ad essere presente in 36mila villaggi del Bangladesh, è diffusa orma in 57 paesi di ogni parte del pianeta. Ed ha anche un suo sito internet cui ci si collega digitando www.grameen-info.org |
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