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All’Unesco di Parigi, una conferenza sul ruolo delle religioni nel processo educativo |
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Un momento
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Emile Moatti: «Riscopriamo il patrimonio etico delle tradizioni spirituali». Kaisa Sovolainen: «Investiamo nella cultura non nelle armi». Lama Gangchen: «La pace interiore è il miglior investimento a lungo termine per l’umanità»
L’Associazione internazionale degli educatori per la pace nel mondo (Iaewp) e il Consiglio per i diritti umani e la libertà religiosa hanno organizzato, alla sede dell’Unesco di Parigi, dal 22 al 24 aprile , un simposio sul tema: «Rispetto reciproco e dialogo culturale sulla pace: contro l’intolleranza attraverso l’educazione». La conferenza è stata aperta dal promotore dell’incontro, prof. Francis Dessart, rappresentante dell’Iaewp all’Unesco e delegato Ecosoc, il quale ha posto l’accento su alcune importanti questioni: «Che cosa determina la tolleranza? Che relazione c’è tra diritti umani e tolleranza? E, ancora, qual è la differenza fra le definizioni che possiamo accettare come valide e quelle che non possiamo accettare come valide?». Il professor Dressart ha quindi tenuto a sottolineare l’importanza anche dei diritti degli animali e della famiglia, così come l’importanza del dovere dell’educazione per sviluppare valori sociali. Emile Moatti, vice presidente della Confraternita di Abramo, e della Conference on Religions for Peace, ha enfatizzato il valore dell’educazione religiosa: «Tutte le culture hanno una religione, ma noi non abbiamo un reale accesso a tale patrimonio culturale per la formazione di valori etici. In ogni caso voglio ringraziare l’Unesco per aver - di recente - organizzato due conferenze su questo tema, una in Marocco, l’altra a Malta». Kaisa Sovolainen, direttore del Dipartimento Unesco per una cultura di pace, ha invitato tutti i partecipanti a impegnarsi a promuovere il Duemila come «Anno internazionale per la cultura della pace». E quindi ha lanciato un appello affinché tutti i paesi del mondo riconsiderino i loro investimenti in campo militare, decidendo di ricovertirli in spese per la cultura e l’educazione. Lama Gangchen, rappresentante dell’Iaewp alle Nazioni Unite, ha detto: «Dal 1995, promuovo una proposta per l’istituzione di un Forum spirituale permanente alle Nazioni Unite. È un invito alle religioni del mondo di unirsi intorno al concetto di pace interiore e mondiale, così da offrire nuove soluzioni agli organismi sovrannazionali». E ha proseguito: «Tutte le grandi religioni custodiscono i principi fondamentali di quell’educazione non-formale indispensabile allo sviluppo della cultura della non-violenza e della pace universale. Il contributo delle tradizioni spirituali può essere decisivo per invertire la tendenza che sta distruggendo il mondo. Il loro messaggio può essere davvero universale e offrire nuove soluzioni alla vita anche dei non credenti. Se ciascuno di noi praticasse la pace interiore, avremmo la certezza di migliorare il futuro della società umana e del pianeta. L’educazione alla pace interiore è un’investimento a lungo termine per il futuro dell’umanità». Cosy Back |
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