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Macrocosmo e microcosmo in perfetta armonia |
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La serenità individuale dipende dall’equilibrio tra l’universo interiore e la realtà circostante. La pratica delle virtù e la via dell’accettazione Ovunque, le persone tendono a vivere in due mondi: quello interiore e quello esterno. Quando questi due mondi sono in armonia tra loro, la gente sperimenta gioia, serenità e pace; quando entrano tra loro in conflitto, invece, si provano frustrazioni, tribolazioni e agitazione. Senza pace nel cuore, ogni problema che incontriamo - non importa che, in realtà, sia piccolo - ha un peso insopportabile e siamo sempre pronti a ribellarci contro qualunque cosa ci disturbi anche lontanamente. Il mondo interiore è radicato profondamente in noi. Consiste nei sentimenti, nelle emozioni, nelle interpretazioni degli eventi, nei nostri punti di vista sulla realtà, sulla fede, sui principi morali, sulla bellezza. Questo insieme costituisce la nostra filosofia individuale, che ci dà la saggezza necessaria per vivere in armonia con il macrocosmo. Ci viene facile amare una persona se la percepiamo interiormente ricca. La ricchezza interiore si esprime attraverso la pratica di virtù come la gentilezza, la consapevolezza, la mitezza, la pazienza e la tenacia. Non lasciamo che il nostro mondo interiore sia infestato da «virus» quali l'arroganza, il sarcasmo, l'indifferenza verso i bisogni degli altri o da qualunque altra attitudine negativa. La nostra personalità, che non riusciamo mai a controllare veramente, tende a riflettere il nostro mondo interiore. Non c'è bisogno di dire che le persone vivono anche nel mondo esterno, che rappresenta spesso un grande sfida per quello che è il mondo interiore. Il mondo esterno consiste nell'ambiente che ci circonda, non solo nella sfera fisica, ma anche nella sfera sociale. Quando tutti questi elementi sono al meglio, le persone sono sane e piacevoli. D'altro canto, quando questi elementi sono inquinati, la gente tende ad ammalarsi e a essere irritabile. Il nostro mondo interiore dipende anche dal modo in cui ci relazioniamo con i membri della comunità in cui viviamo. Magari viviamo in una società eterogenea, dove le persone hanno differenti storie, culture, religioni, educazioni, filosofie. A seconda delle circostanze, scegliamo di adattarci o meno alla realtà sociale. Se ci adattiamo, ci troveremo psicologicamente disposti ad accettare gli altri per come sono. Se scegliamo di non adattarci, cercheremo tutti i modi per «convertire» gli altri. La prima via ci porta al rispetto, all'armonia e alla pace; la seconda conduce a sperimentare conflitti e tensioni. Cosa fa Dio per spingerci a imitarlo? Egli accetta tutti noi esattamente come siamo... i buddisti come buddisti, gli induisti come induisti, i cristiani come cristiani. Egli vede tutti gli individui come «suoi figli», che credano in lui o no, oppure che vivano una vita buona o no. Egli ama tutti senza eccezioni. Il nostro compito principale è trovare il modo di collegare armoniosamente il nostro mondo interiore con quello esterno con l'obiettivo di vivere in pace con noi stessi e con gli altri per sempre. Charles Mercieca - Presidente dall'Associazione internazionale degli Educatori per la pace nel mondo (IAEWP) |
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