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Incontro con
Marco Banchelli, insegnante e ciclista, |
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Sulla sua mountain bike ha percorso migliaia di kilometri dal Kenia alla Cina portando ovunque i messaggi di speranza scritti dai suoi piccoli allievi. Un’attrazione fatale per il Nepal Marco Banchelli è un fiorentino, insegnante di educazione fisica, di 43 anni, che unisce la passione per la mountain bike e l'impegno per la pace nel mondo. In sella alla sua bici, porta in giro per il pianeta un messaggio di pace e di unione tra i popoli. Ha percorso migliaia e migliaia di kilometri in vari paesi del mondo, dal Kenia alla Cina, dall'Argentina all'Australia. Noi lo abbiamo incontrato a Kathmandu, capitale del Nepal. E' lì che ci ha svelato tutti i segreti della sua esperienza di ciclista della pace. «Ho scoperto la bicicletta come straordinaria alternativa allo stress del parcheggio dell'automobile o degli affollatissimi mezzi pubblici. Poi, lavorando come insegnante di educazione fisica, ho trovato nei miei allievi dei grandi alleati alla mia passione: allora ho cominciato a organizzare vere e proprie spedizioni in bicicletta e a portare da una parte all’altra del pianeta i loro disegni e messaggi di pace», racconta. E sottolinea, lui che è papà di Claudia, 4 anni in agosto: «Tutti i bambini del mondo hanno le stesse esigenze, gli stessi sentimenti, anche se le loro condizioni di vita sono diversissime. Ecco perché i loro messaggi risultano davvero universali. In un mondo nel quale i più piccoli sono influenzati dagli eroi di guerra dei film, è bello essere per loro un piccolo eroe, ma di pace». Molti dei viaggi su due ruote di Marco Banchelli si sono svolti sotto la bandiera dell'UNICEF. Ed ora nelle sue pedalate porterà con sé anche la bandiera della Comunità Europea. Banchelli ha ricevuto moltissimi premi per la sua attività di ciclista della pace: «Il premio di cui più sono orgoglioso è quello che mi ha dato la mia città: mi ha conferito la carica di Console Onorario dello Sport. Sono particolarmente felice anche per essere stato nominato membro dell’Associazione per lo Sviluppo dello Sport del Nepal». Il poverissimo Nepal è nel profondo del suo cuore: «Mi sto occupando, insieme con padre Sharma, gesuita, Prefetto apostolico nella capitale nepalese, della realizzazione di una scuola a Gorka: una scuola che vuole superare i confini delle divisioni di casta. In Italia mi adopero per raccogliere sponsorizzazioni per i bimbi nepalesi». Conclude Banchelli: «Andare in bicicletta, in fondo, è un metodo per praticare una disciplina non solo fisica ma anche interiore. I giorni in cui non pedalo mi manca qualcosa. Ma cerco quotidianamente di fare cose comunque buone: quantomeno di gioire delle mie facoltà sensoriali che mi consentono di godere della luce del sole e delle bellezze del mondo». Tiziana Ciasullo - Carmen Iodice |
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