AAA Cercasi inno per la pace

Organizzato ai Fori Imperiali di Roma per il 2000 il
più grande concorso musicale di tutti i tempi

Peace Times 12

«La pace tocca tutti da vicino e la musica ha il potere di mobilitare le masse», spiega Marcella Foscarini, anima dell’iniziativa
Un evento di portata planetaria: i 40 brani migliori saranno trasmessi in diretta tv e avranno 66 milioni di telespettatori

«A song for peace in the world», una canzone per la pace nel mondo. Questo è il titolo del più grande concorso musicale di tutti i tempi, ideato per diventare il simbolo della conciliazione tra i popoli. Il bando, disponibile su Internet, sul sito www. asongforpeace.it, rappresenta un appuntamento per oltre due milioni di persone, tra musicisti e parolieri, per inviare composizioni di qualunque genere - dal classico al pop - da cui saranno selezionati trenta-quaranta brani che verranno poi eseguiti e trasmessi in mondovisione, il 5 settembre 2000, dai Fori Imperiali di Roma, con un ascolto previsto di 66 milioni di contatti.

«L’idea nasce dal desiderio di ascoltare le voci artistiche di tutti i popoli della terra, anche di quelli devastati dalla guerra. La pace ci tocca tutti da vicino e la musica ha lo straordinario potere di mobilitare le masse», spiega Marcella Foscarini, anima dell’iniziativa.

«Durante la diretta televisiva del concorso (che si svolge sotto l’alto patronato di 15 organizzazioni internazionali, Onu compresa) sarà effettuata una raccolta mondiale di fondi contro le mine anti-uomo. Sono più di 120 milioni, disseminate in 70 paesi e fanno una vittima ogni 20 minuti», prosegue la Foscarini. E aggiunge: «I fondi raccolti saranno gestiti da un ente no profit chiamato “Peace Generation Commitee”, con chiara assonanza con la Beat Generation, che negli anni Sessanta rappresentò la radice comune della nuova generazione non violenta. Il denaro raccolto sarà diviso tra la Croce Rossa e le Nazioni Unite che iscriveranno su un libro d’oro, esposto in permanenza nell’atrio della sede di New York, i nomi dei donatori», racconta orgogliosa del privilegio speciale ottenuto.

La Peace Generation avrà conto e ragione di come sono stati impiegati i fondi, di quali intreventi di sminamento sono stati attuati e quante bonifiche sono state concluse, in una corsa contro il tempo: visto il ritmo con cui vengono disseminate le mine anti-uomo, che però fanno soprattutto stragi di bambini, con le forze attualmente in campo, ci vorrebbero oltre 250 anni per liberare il pianeta da tutti i micidiali ordigni.

«Il 2000, anno del Giubileo cattolico, è stato dichiarato dall’Unesco “anno della cultura e della pace”: quale migliore occasione - si chiede la Foscarini - per un evento musicale di portata mondiale, che crei una suggestione, che lasci una traccia. Qualcosa di storico per la cultura internazionale, come quello che rappresentò nel secolo scorso l’Inno alla Gioia scritto da Beethoven e Schiller».

L’unità fra la gente è posssibile, assicura la Foscarini, che conclude soddfisfatta: «Tutte le istituzioni che patrocinano il concorso, dall’Onu al Parlamento Europeo, fino al Comune di Roma, hanno capito lo spirito di “A song for peace”. Non hanno domandato “Chi c’è?”, ma “Che cos’è?”. Una volta esaminata l’idea l’hanno subito condivisa». Cantare è spesso liberatorio e gratificante: ora si può cantare per aiutare la pace!

Roberta Passerini

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