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Riflessione semi-seria sui guasti
procurati dal nostro |
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È lunedì mattina, voglia di lavorare zero, sei in ritardo, il capo ufficio è nervoso perché i documenti che ti ha chiesto non sono ancora pronti, accendi il computer, inizi a lavorare già supernervoso e dopo pochi minuti quella disgraziata macchina ad alta tecnologia si blocca, e non avevi neanche salvato... Sembra che il computer lo faccia apposta: fa le bizze sempre quando hai fretta. Sempre più nervoso, spegni e riaccendi, ma niente, il computer ostinato continua a essere in panne. Colpa di un virus? Colpa dell'estensione? O di quel nuovo programma che hanno inserito... Il fatto è hai già perso un’ora e stai rischiando un travaso di bile per la rabbia. Una situazione come questa, per chi lavora con i computer, è «un classico». E guardacaso succede sempre quando hai una gran fretta. Non sarà proprio la nostra energia alterata dallo stress a «fargli male»? Visto che il nostro corpo e il nostro cervello funzionano con impulsi elettrici che creano intorno a noi un campo elettromagnetico più o meno intenso a seconda del nostro umore e che anche i computer hanno un campo elettromagnetico, si può immaginare che il nostro interagisca con il loro. Il fattore scatenante del cattivo funzionamento di una macchina potremmo essere proprio noi. Proviamo a sederci di fronte al computer con calma, serenità e con le idee chiare: abbandonando isterismi e fretta, le cose sicuramente miglioreranno. Se proprio il computer non ne vuol sapere, allora non restano che due soluzioni: chiamare un tecnico o partire per una bella vacanza anti stress. Enzo Di Lauro |
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