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di Enrica Mazzi Dopo l' «esperimento» del ‘97, in cui per la prima volta in Tibet gli aiuti della «Help in Action» hanno raggiunto un piccolo numero di bambini, quest'anno c'è stato il vero e proprio battesimo del progetto di adozioni a distanza messo a punto dall’associazione sul Tetto del Mondo. I bambini adottati sono già quasi un centinaio. Da Xigatse, è partito alla volta dei villaggi di Gangchen e di Dakshuk, un camion carico di quaderni, penne, inchiostro, matite, abiti, scarpe, sacchi di riso e di farina. I villaggi si sono raccolti al gran completo intorno ai volontari dell'associazione e agli incaricati del governo, che hanno voluto seguire passo a passo tutte le operazioni, per verificarne le finalità esclusivamente umanitarie. Uno dopo l'altro, i genitori ed i bambini hanno ricevuto i doni, le lettere e i soldi degli sponsor. E' veramente difficile per queste persone, abituate a sopravvivere tra le più aspre difficoltà, senza alcun supporto di tipo sociale o assistenziale, credere che qualcuno da un paese lontano abbia la gentilezza di interessarsi a loro. Grande festa, quindi, nei villaggi, con un po' di tristezza per i bambini ancora in attesa di trovare aiuto. In questo viaggio si è resa ancora più evidente la necessità - già da tempo sottolineata da Lama Gangchen - di fornire ai piccoli e alle loro famiglie le strutture di base, scuole e cliniche, senza le quali la vita nei villaggi non ha comunque la dignità di una vita umana: gli aiuti al singolo hanno un'utilità assai più limitata. La scuola elementare di Dakshuk (villaggio che conta 195 persone) è ora ultimata e discretamente arredata e fornita, ed anche quella di Sinha-Gangchen, che deve servire quattro villaggi, dove ora ben pochi bambini vanno a scuola. Gli aiuti a favore della piccola clinica di Gangchen sono stati utilizzati per l'acquisto delle medicine tibetane, in quantità che si spera sufficiente per un anno, preparate dalla clinica del Monastero di Tashilumpo, dove pure sono stati consegnati altri soldi. La «Help in Action» ha esteso il proprio aiuto ad altre 10 scuole e a 13 dispensari approntati dal governo negli altri villaggi del distretto di Sakya cui anche Gangchen appartiene, certo uno dei più poveri dell’intero Tibet. Grande gioia per gli aiuti ricevuti nei monasteri di Poti Kansar e Riwo Choeling, dove alcuni monaci sono stati anch'essi adottati a distanza; anche i monasteri hanno infatti estremo bisogno di aiuto per sopravvivere, per acquistare cibo, medicinali, combustibile per l'inverno, scarpe ed abiti. Un grande grazie, quindi, a tutti gli amici che hanno contribuito a rendere realtà il desiderio di Lama Gangchen di portare aiuto alla sua terra d'origine. |
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