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Un sistema terapeutico dolce che collega il corpo e la mente |
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di Carmen Robustelli A cosa è dovuto il crescente interesse per la medicina naturale, anche di quella collegata a tradizioni culturali non occidentali? Probabilmente al desiderio, più o meno conscio, di migliorare il proprio stato di salute psico-fisico attraverso terapie non aggressive, che offrano la possibilità di una maggiore consapevolezza e partecipazione nella risoluzione della causa della malattia e non solo dei sintomi: ricerchiamo un metodo il più completo, ovvero il più naturale, possibile. Insieme all’energia fisica desideriamo dare pari importanza agli altri livelli di energia: energia vitale, psichica, degli elementi cosmici, che interagiscono nel determinare le nostre condizioni di salute. La medicina tradizionale tibetana è in linea con questa esigenza. I medici tibetani, infatti, considerano dannosi per la salute anche certe abitudini mentali, le tensioni emotive negative, le azioni eticamente scorrette. Per fare un esempio: secondo la medicina tibetana, i disturbi alle giunture, come l’artrite deformante, sono direttamente connessi a un carattere introverso e represso: la rigidezza delle articolazioni riflette l’atteggiamento mentale ed emotivo di chi lamenta tali disturbi. Iniziamo un breve viaggio nell’arco degli oltre due millenni di storia della medicina tibetana. Ci accorgeremo che già secoli or sono erano perfettamente conosciute e utilizzate tecniche di guarigione che in occidente vengono riscoperte solo in questo secolo e che noi conosciamo sotto il nome di cromoterapia, musicoterapia, training autogeno, yoga, pranoterapia, agopuntura. La storia della medicina tibetana risale a oltre 2.500 anni fa, prima dell’avvento del buddismo in Tibet. La tradizione medica locale, collegata al sistema filosofico Bon allora in auge, si avvaleva di medicamenti a base di erbe e minerali reperibili sul luogo. Nel VII secolo, il re Songtsen Gampo introdusse in Tibet il primo sistema di scrittura per poter tradurre i vari testi nelle lingue sanscrito e pali del mondo buddista. Egli radunò alla sua corte medici indiani, nepalesi, cinesi, persiani al fine di comporre collettivamente un nuovo trattato medico, L’Arma dell’Impavido , il primo testo di medicina tibetana. Nell’ VIII secolo, con la diffusione del buddismo in Tibet, Vairociana, il primo grande traduttore tibetano, tradusse I Quattro Tantra (Ghyu-Shi), testo base della tradizione medica buddista, che si fa risalire agli insegnamenti del Buddha storico, Siddharta Gautama, detto anche Shakiamuni Buddha, nato nel 566 a.C. Durante l’XI secolo, il medico Yutok Yonten Gompo il Vecchio revisionò il Ghiu-Shi, riscrivendolo nella forma di trattato di studio e sintetizzando i princìpi essenziali dei sistemi medici più noti a quell’epoca: dal sistema indiano dell’Ayurveda deriva la filosofia della scienza di guarigione, ovvero la dinamica dei tre Umori (vento, bile e flemma) e le tecniche farmacologiche; dal sistema cinese la teoria dei cinque elementi e la moxabustione; dal sistema greco, anatomia e chirurgia. Il metodo di analisi delle urine, la sfigmologia (analisi del polso), l’erboristeria e la cura delle malattie d’altitudine provengono invece dal sistema medico tibetano. Dalla tradizione buddista Vajrayana derivano gli aspetti riguardanti lo studio dei «canali» di energia, dei «venti» e dei «chakra» (centri di energia nel corpo). Nel 1696, Desi Sanghie Gyatso, Primo Ministro del V Dalai Lama (nel buddismo tibetano il Dalai Lama è il capo religioso supremo ed anche capo politico) inaugura la Chokpori, prima scuola monastica di medicina aperta a Lhasa, la capitale del Tibet. Per poterla frequentare, i monaci, dopo 14 anni di studi di base che prevedevano anche spedizioni per la raccolta di piante medicinali, dovevano superare severi esami di ammissione. E nel 1916, il XIII Dalai Lama e il lama medico Kenrab Norbu fondano il secondo istituto medico di Lhasa, il Men-Tse-Khang, tuttora operante a livello universitario, aperto anche ai laici. Oggi il più attivo centro di medicina tibetana si trova a Dharamsala, nel nord dell’India: qui è stata organizzata la produzione di medicine e istituita una scuola per la formazione di giovani medici. |
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