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La straordinaria esperienza di una dottoressa milanese |
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di Cristina Pinnavaia Quest'estate, partendo per la seconda volta per il Nepal, pensavo che la straordinaria esperienza dell'anno precedente difficilmente si sarebbe ripetuta. Mi sono dovuta ricredere: l'avventura si è rivelata ancor più eccezionale della scorsa volta. L'Himalayan Healing Centre Clinic diventa rapidamente una seconda casa per i medici volontari che vi prestano servizio: ho incontrato un altro odontoiatra, Pierangelo Bertelli, che là aveva già trascorso un mese nel '97, e un omeopata spagnolo, Luis Rodriguez Mori, che era al centro per la quinta volta; con me c'era anche un'amica igienista, Pamela Pintus, ed al momento del mio arrivo era appena partito Andrea Guazzoni, amico e collega da me contagiato di «mal di Nepal» fin dal mio primo ritorno, lo scorso anno. L'ambulatorio odontoiatrico è dotato di ogni tipo di strumentazione e materiale di consumo: specchietti, sonde, escavatori, pinze, leve, frese di ogni tipo, strumenti canalari, amalgama, compositi, cementi, coni di guttaperca... L'unico problema è rappresentato dal radiografico che non funziona alla perfezione, si spera che venga aggiustato nei prossimi mesi. Di fondamentale supporto per il lavoro degli odontoiatri sono le due assistenti Indira e Kijzom, che svolgono anche il compito di traduttrici simultanee. Kijzom, che parla perfettamente il tibetano, ci ha permesso di fare fronte alle richieste dei tibetani che, a differenza dello scorso anno, quest'estate sono affluiti numerosi. Da quest'anno lavora nella clinica una giovane dentista nepalese, la dottoressa Ganga, con la quale inizialmente la convivenza è stata un po' difficile, soprattutto per la gestione delle ore lavorative. Altra novità del '99 è stata la presenza di un attrezzatissimo laboratorio odontotecnico, nel quale il giovane Phutzung crea protesi, per ora di tipo mobile e soprattutto parziale. La dentatura degli adulti e degli anziani non risente ancora dei terribili effetti della dieta importata dalla società dei consumi: essi non richiedono quasi mai protesi complete. In ambito odontoiatrico, il problema che sta emergendo prepotentemente in Nepal, come per altro in tutti i paesi del Terzo Mondo che vengono in contatto con la civiltà occidentale, è quello della crescente diffusione delle carie tra i bambini. Il consumo di zucchero, un tempo bene di lusso, comporta inevitabilmente l’aumento tra la popolazione infantile e giovanile della patologia cariosa che necessita di un intervento preventivo prima che terapeutico. L'anno scorso ci siamo recati alla scuola presente all'interno dell'area della clinica per insegnare ai bambini le elementari manovre di igiene orale: queste semplici istruzioni andrebbero però ripetute continuamente e a questo fine la soluzione ideale sarebbe educare in primo luogo genitori e insegnanti. A prescindere da considerazioni strettamente professionali, l'esperienza umana all'Himalayan Healing Centre e la vita in comune che lì si conduce sono straordinariamente uniche, ma fortunatamente ripetibili ogni anno: se la scorsa estate mi chiedevano: «Ritornerai?» e io rispondevo: «Forse», quest'anno alla stessa domanda ho risposto: «Certo, nel dicembre 2000!». |
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