Albagnano, risplende la luce di Buddha

In Occidente il sentiero buddista per la ricerca della pace interiore conduce
tra i boschi del Lago Maggiore: all’Healing Meditation Centre. L’emozionante incontro con il giovanissimo maestro tibetano Trijang Rimpoche

Peace Times 16

di Enrica Mazzi

Grande festa all'«Albagnano Healing Meditation Centre» per la visita di Trijang Rimpoche, oggi diciottenne, che fu nella vita precedente uno dei più grandi lama del Tibet, maestro di Sua Santità il XIV Dalai Lama e anche di Lama Gangchen.

Trijang Rimpoche, che oggi vive e studia nei centri di Rabten e Tashi Choeling in Svizzera ed Austria, non é venuto solo ma accompagnato da altri grandi lama: con lui, Gonsar Rimpoche, Geshe Rabten Rimpoche, oggi tredicenne, reincarnazione del maestro fondatore di numerosi centri in Occidente, e altri sette monaci e geshe. La delegazione, unita a Lama Michel, diciottenne brasiliano riconosciuto reincarnazione di un grande lama tibetano, e ai sette monaci ospiti del Kunpen Lama Gangchen, ha creato tra i boschi sopra il Lago Maggiore una vera atmosfera «da monastero» tibetano.

La visita, da mercoledì 31 maggio a domenica 4 giugno, è stata un importante segno del legame indissolubile e profondo che di vita in vita unisce Lama Gangchen al suo maestro Trijan Rimpoche.

Ed é stata particolarmente importante in questo momento in cui l'«Albagnano Healing Meditation Centre» affronta la sua prima stagione di apertura: di grande auspicio e benedizione per le future attività.

Dopo due giornate dedicate alle cerimonie di preghiera, il sabato, dietro richiesta di Lama Gangchen, i lama ospiti hanno offerto ciascuno un breve insegnamento.

Per primo ha parlato Trijang Rimpoche: «Tra me e Lama Gangchen esiste un profondo ed antico legame spirituale. Rigioisco del grande lavoro che egli ha finora compiuto per beneficiare le persone in Occidente, attraverso l'insegnamento spirituale e la pratica della medicina tibetana. Pregherò sempre per la continuazione ed il fiorire delle sue attività. Tutti i suoi discepoli mantengono saldo nel tempo l’interesse per gli insegnamenti spirituali, consapevoli che é necessario continuare ad imparare e ad approfondire per completare il cammino interiore. L'insegnamento del Buddha é estremamente vasto e profondo, difficile da afferrare in una sola volta: ma la sua essenza, può essere colta in due semplici punti: primo, non far del male ad altri; secondo, cerca di essere il più possibile di beneficio e di aiuto. E se non siamo in grado di portare beneficio, quantomeno dovremmo sforzarci di non arrecare danno e sofferenza ad altri. Buddha stesso ha riassunto il suo insegnamento in un verso che recita: “Non fare del male in alcun modo, fai il bene e impara a controllare la tua mente”. Questo é l'insegnamento del Buddha».

Trijang Rimpoche ha poi aggiunto: «Nei testi del Lojong è scritto: “Impara ad offrire la vittoria ad altri e a prendere su di te la sconfitta”. E' una cosa non facile, ma se cerchiamo di addestrarci in questa attitudine, diventerà naturale. La pratica del Dharma é molto vasta: ma se anche solo pensiamo a queste semplici parole e soprattutto le mettiamo in pratica, introdurremo nella nostra vita l'essenza di tutti gli insegnamenti del Buddha. La cosa importante é mettere in pratica ciò che si ascolta dal proprio maestro: io pregherò costantemente affinché questa intenzione positiva si rafforzi in ciascuno».

E' stata quindi la volta del piccolo Geshe Rabten, che, emozionatissimo e con il volto illuminato da un dolcissimo sorriso, ha detto: «Sono molto felice di incontrare tutti voi,ed auguro a tutti una vita lunga e piena di significato. Qualunque cosa voi abbiate bisogno di imparare, la imparerete dal vostro Maestro: e, vi prego, mettetela in pratica».

E' intervenuto poi Gonsar Rimpoche, che ha sottolineato: «Noi apparteniamo ad una stessa famiglia spirituale, siamo come figli di uno stesso padre. Tra noi e il lignaggio di insegnamenti incarnato da Trijang Rimpoche c'é una connessione speciale e profonda, ed é quindi molto significativo e di grande auspicio incontrarci alla sua presenza, per rafforzare ancora il legame che ci unisce. Tutte le attività di Lama Gangchen sono perfette e degne della massima ammirazione, ed io prevedo che fioriranno in una maniera inimmaginabile. I suoi metodi per beneficiare gli altri sono estremamente abili e destinati ad ottenere grandi risultati. Desidero ribadire ciò che Trijang Rimpoche ha già detto: l'essenza della pratica spirituale buddista consiste nell’aiutare gli altri esseri senzienti. Le qualità più importanti sono la sincerità e la stabilità nella devozione al maestro e agli esseri santi e nel beneficiare gli altri».

E' toccato quindi a Lama Michel: «Penso che noi tutti ci troviamo qui perché abbiamo desiderio di seguire un sentiero, quello degli insegnamenti del Buddha, per uscire dalla sofferenza. Lama Gangchen ci ha voluto offrire le migliori condizioni possibili per seguire il nostro sentiero, facendo sì che un posto splendido come questo divenisse realtà: ma le case non sono nulla senza i maestri, e quindi credo che questo incontro sia di estremo auspicio per il futuro di Albagnano, un luogo che sarà molto importante per lo sviluppo spirituale di noi tutti».

Particolarmente interessante è stato quindi l’intervento di uno degli ospiti più attesi, l’economista della World Bank Alfredo Sfeir Jounis: «L’economia deve essere strettamente collegata alla spiritualità – ha detto - . Solo così potranno essere risolti i grandi problemi dell’umanità, dalla fame nel mondo ai conflitti tra i popoli».

Domenica si è svolta un’importante cerimonia, l'iniziazione di Amitayus, il Buddha di Lunga Vita, conferita da Trijang Rimpoche. Con lo straordinario rituale si è inaugurato il grande gompa circolare di Albagnano.Sotto la direzione di Lama Gangchen, che ha lavorato personalmente fin dalle prime luci dell'alba, la nuda struttura di cemento armato ancora da ristrutturare si é trasformata in poche ore in uno spelndido tempio: le grandi statue dei cinque Dhiani Buddha arrivate dal tempio di Borobudur in Indonesia, sono state circondate da fiori, candele, incenso, bandiere di preghiera; è stato montato per Trijang Rimpoche uno splendido trono di legno intagliato, opera di artisti in Nepal; si sono materializzati tappeti, broccati, sedie, cuscini di meditazione.

Abbiamo visto Lama Gangchen commosso, felice, manifestare in ogni minimo particolare la sua completa devozione a colui che, nella vita precedente, lo ha guidato in gioventù, prima in Tibet e poi in India, portando un esempio significativo e insostituibile di quello che è e dovrebbe essere il rapporto autentico con il maestro, in cui la più totale devozione consente alle benedizioni del lignaggio di insegnamenti di diventare una cosa sola con la mente ed il cuore del discepolo.

Alla presenza di circa duecento persone, Lama Gangchen ha presentato il suo maestro con poche ispirate parole: «In Tibet, le qualità spirituali di Trijang Dorje Chang erano ineguagliabili. Tutti si rivolgevano a lui per chiedere guida spirituale e gli eremiti che vivevano nelle caverne sulle montagne, scendevano una volta all'anno per cercare il suo consiglio nel cammino interiore. Ed anche i praticanti più avanzati, che di lì a poco avrebbero raggiunto l'Illuminazione, trovavano in lui guida e conforto. E' stato il maestro dei più grandi Lama del Tibet, tra cui Sua Santità il Dalai Lama».

Lama Gangchen ha quindi ricordato come Trijang Rimpoche sia reincarnazione di Atisha, il grande maestro indiano cui si deve il grande sviluppo del buddhismo in Tibet: fu lui infatti a portare il buddismo sul Tetto del Mondo dall'India agli inizi dell'anno Mille, salvando tra l'altro in tal modo i preziosi testi sacri che di lì a poco sarebbero stati distrutti in India dalle invasioni musulmane. Si narra che Tara stessa gli apparve chiedendogli di recarsi in Tibet: gli profetizzò che in tal modo la sua vita sarebbe stata molto più breve a causa delle condizioni climatiche dell'altopiano tibetano, proibitive per un indiano, ma che il beneficio sarebbe stato immenso. E così fu.

Trijang Rimpoche ha quindi introdotto la cerimonia di iniziazione con un breve ma importante discorso sulla motivazione che ci spinge sul cammino spirituale: «Siamo molto fortunati perché abbiamo ottenuto questa preziosa rinascita umana , abbiamo incontrato gli insegnamenti spirituali e ci é consentito praticarli. Il nostro tempo è quindi prezioso, non dovremmo sprecare neppure un istante. Eppure a volte lasciamo passare giorni interi senza fare alcunché di questo tempo così prezioso. Se perdiamo un portafoglio ci sembra una cosa gravissima, ci disperiamo, ma non ci rendiamo conto di quanto sia grave sprecare la preziosità del tempo. Anche la più grande collezione di gioielli che esaudiscono i desideri è niente al confronto di ciò che possiamo ottenere in questa vita: seguendo il cammino spirituale e mettendo in pratica gli insegnamenti possiamo infatti ottenere la libertà dalla sofferenza, dalle condizioni di esistenza inferiori; qualcosa che nessuna ricchezza può regalarci. Non solo: abbiamo persino la possibilità di ottenere l'Illuminazione. Ma questa preziosa rinascita umana, con tutte le condizioni favorevoli alla pratica, non l'abbiamo ottenuta per caso, ma perché nelle vite precedenti abbiamo praticato la virtù, la morale, la generosità, perché abbiamo pregato per ottenerla. E quindi ora dare un senso a questa vita significa sforzarsi per ottenere l'Illuminazione, non solo per noi stessi, per questa nostra vita, ma per essere di beneficio a tutti gli esseri senzienti; significa esercitare la nostra mente a lungo, utilizzando la libertà e la rara opportunità che abbiamo di dedicarci a questo».

Trijang Rimpoche è partito da Albagnano con la promessa di tornare al più presto e dichiarando di essersi molto divertito e trovato a suo agio per il calore dimostratogli in questa visita in Italia, persino dagli anziani abitanti del villaggio: «I tibetani non osano neppure guardarmi... Invece qui tutti mi prendono la mano, me la stringono e non me la vorrebbero lasciarepiù!», ha commentato ridendo.

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