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Ottimisti
per natura, gli abitanti di Gangchen vedono i loro sogni diventare realtà |
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Bambini del villaggio Il cortile di una casa di Gangchen La dispensa di una casa di Gangchen con la riserva di orzo La cucina di una casa di Gangchen |
Entrare
nel villaggio di Gangchen, che è situato a una distanza facilmente
raggiungibile dal nuovo monastero, è come fare un grande salto indietro
nel tempo. Camminando tra i viottoli che separano le sue casupole,
costruite con legno, mattoni d’argilla e fango, la povertà dei 450
abitanti risulta evidente ovunque si volga lo sguardo. Durante
la nostra visita ovunque abbiamo visto bambini con addosso vestiti
stracciati, sporchi e di fortuna ma sempre festanti e sorridenti. E
ovunque gli adulti ci hanno dato un caloroso benvenuto nelle loro misere
dimore dimostrando un senso dell’ospitalità commovente e una dignità
straordinaria. Nelle
case non c’è elettricità né acqua corrente, lo squallore e
l’oscurità avvolgono completamente l’ambiente che non ha finestre
ma solo una porticina dingresso. Molte case ci sono apparse quasi
completamente prive di ogni forma di arredamento e supellettile. Ma poi
ci siamo dovuti ricredere constatando che quei sacchi accumulati sul
pavimento e coperti di stracci di fronte ai nostri occhi avevano la
funzione di letti, i fili tirati da un muro all’altro erano un
guardaroba fin troppo grande per i pochi indumenti di tutta la famiglia,
i due pezzi di legno pericolosamente uniti costituivano il lusso di un
tavolo, i contenitori di palstica capovolti fungevano da sedie. In
altre case abbiamo notato la battaglia che il focolaio combatte per
mantenere la propria dignità tra pentole e bacinelle annerite
dall’uso e dalla fuliggine del fuoco. In molte case si può entrare
solo attarverso un cortile, circondato da un muricciolo e accessibile
attraverso un portone con il chiavistello: è il centro di tutta la vita
familiare, lì si accudiscono le bestie, si cucina, si rammenda. La
vita nel villaggio e nelle sue vicinanze è migliorata comunque
tantissimo negli ultimi due anni. Considerando la situazione economica
della gente che vive a Gangchen e nei villaggi limitrofi, per i lavori
del «Progetto Villaggio di Gangchen» sono stati assunti solo operai
locali: le persone che fino ad allora vivevano in condizioni
assolutamente miserabili, obbligate ad andare nella distante Shigatse o
in luoghi ancor più lontani alla ricerca di un lavoro, hanno ricevuto
un indescrivibile beneficio dal coinvolgimento nel progetto. Alcune
hanno guadagnato abbastanza denaro per affrontare la ristrutturazione
della propria casa, altrie hanno comperato qualche capo di bestiame,
altre ancora hanno acquistato un trattore. E per i bambini ora
frequentare la scuola non è più un sogno irrealizzabile. Attraverso il lavoro di Help in Action circa 300 bambini dei villaggi della zona di Gangchen hanno trovato un amico a distanza che li sostiene economicamente. Tutti i bambini, che fino a ieri dovevano percorrere chilometri e chilometri per raggiungere la scuola, hanno anche ricevuto in dono, grazie alla generosità degli occidentali, indumenti, quaderni e penne. Sharon Dawson |
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