Con la forza del sorriso

Ottimisti per natura, gli abitanti di Gangchen vedono i loro sogni diventare realtà

Peace Times 16

Bambini del villaggio

Il cortile di una casa di Gangchen

La dispensa di una casa di Gangchen con la riserva di orzo

La cucina di una casa di Gangchen

Entrare nel villaggio di Gangchen, che è situato a una distanza facilmente raggiungibile dal nuovo monastero, è come fare un grande salto indietro nel tempo. Camminando tra i viottoli che separano le sue casupole, costruite con legno, mattoni d’argilla e fango, la povertà dei 450 abitanti risulta evidente ovunque si volga lo sguardo.

Durante la nostra visita ovunque abbiamo visto bambini con addosso vestiti stracciati, sporchi e di fortuna ma sempre festanti e sorridenti. E ovunque gli adulti ci hanno dato un caloroso benvenuto nelle loro misere dimore dimostrando un senso dell’ospitalità commovente e una dignità straordinaria.

Nelle case non c’è elettricità né acqua corrente, lo squallore e l’oscurità avvolgono completamente l’ambiente che non ha finestre ma solo una porticina dingresso. Molte case ci sono apparse quasi completamente prive di ogni forma di arredamento e supellettile. Ma poi ci siamo dovuti ricredere constatando che quei sacchi accumulati sul pavimento e coperti di stracci di fronte ai nostri occhi avevano la funzione di letti, i fili tirati da un muro all’altro erano un guardaroba fin troppo grande per i pochi indumenti di tutta la famiglia, i due pezzi di legno pericolosamente uniti costituivano il lusso di un tavolo, i contenitori di palstica capovolti fungevano da sedie.

In altre case abbiamo notato la battaglia che il focolaio combatte per mantenere la propria dignità tra pentole e bacinelle annerite dall’uso e dalla fuliggine del fuoco. In molte case si può entrare solo attarverso un cortile, circondato da un muricciolo e accessibile attraverso un portone con il chiavistello: è il centro di tutta la vita familiare, lì si accudiscono le bestie, si cucina, si rammenda.

La vita nel villaggio e nelle sue vicinanze è migliorata comunque tantissimo negli ultimi due anni. Considerando la situazione economica della gente che vive a Gangchen e nei villaggi limitrofi, per i lavori del «Progetto Villaggio di Gangchen» sono stati assunti solo operai locali: le persone che fino ad allora vivevano in condizioni assolutamente miserabili, obbligate ad andare nella distante Shigatse o in luoghi ancor più lontani alla ricerca di un lavoro, hanno ricevuto un indescrivibile beneficio dal coinvolgimento nel progetto. Alcune hanno guadagnato abbastanza denaro per affrontare la ristrutturazione della propria casa, altrie hanno comperato qualche capo di bestiame, altre ancora hanno acquistato un trattore. E per i bambini ora frequentare la scuola non è più un sogno irrealizzabile.

Attraverso il lavoro di Help in Action circa 300 bambini dei villaggi della zona di Gangchen hanno trovato un amico a distanza che li sostiene economicamente. Tutti i bambini, che fino a ieri dovevano percorrere chilometri e chilometri per raggiungere la scuola, hanno anche ricevuto in dono, grazie alla generosità degli occidentali, indumenti, quaderni e penne.

Sharon Dawson

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