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Una
grossa chiave arruginita gira nella toppa e il pesante portone di legno
si apre rivelando un’oasi di un incredibile verde e il laghetto sacro
che per secoli ha aiutato a vivere gli abitanti del monastero e del
villaggio. Recintato da un alto muro di pietre, il laghetto - che è
l’unica riserva di acqua per tutta la popolazione locale - è al
centro di miti e leggende suggestive. In questa area del Tibet Centrale
così arida, la leggenda racconta che fu Panchen Zangpo Tashi
(precedente reincarnazione di Lama Gangchen) con i suoi poteri magici a
far sgorgare l’acqua semplicemente toccando la roccia. Con il tempo
l’acqua della miracolosa sorgente ha formato il piccolo lago che oggi
è il «giardino segreto» di Gangchen. Dalla
sua formazione, oltre 500 anni fa, si racconta che alcune persone
fortunate abbiano avuto delle straordinarie visioni del futuro guardando
la sua superficie. I monaci narrano la storia recente di un monaco che
nelle acque del laghetto vide apparire il volto della madre. Convinto
del potere del lago di dare segni premoniori, il monaco corse alla casa
della madre: giusto in tempo per essere vicino nel momento del trapasso. I
monaci ci spiegano che esiste la tradizione di gettare nel lago una
sciarpa bianca (khata): se la persona che lancia la khata ha commesso
azioni negative, la sciarpa galleggerà; se invece la persona ha
accumulato azioni positive, la sciarpa andrà subito a fondo. I monaci
sono convinti che sia impossibile ingannare i poteri magici del lago:
raccontano di persone che avendo posto una pesante pietra dentro la loro
khata, l’abbiano vista riemergere immediatamente. Il
laghetto è protagonista di altri strani fenomeni: durante i periodi di
caldi e secchi dell’anno così come durante i momenti di pioggia, il
livello della sua acqua rimane sempre costante; non decresce mai, non
aumenta mai. E c’è un punto in cui la sua acqua si muove in senso
opposto alle leggi della natura. Nel
«giardino segreto» di Gangchen è possibile dimenticare di essere in
una delle zone più secche e sterili del Tibet. Gli alberi da frutto,
che sono stati piantati nella primavera 1999, dopo essere stati
comperati nella valle di Yarlung, sono ora in fiore. Farfalle colorate
volano da un albero all’altro creando un’atmosfera di incredibile
tranquillità, di pace assoluta. Sharon Dawson |
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